Quinto classificato
Oreste Ferrando
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L’intento è di concorrere alla conservazione ed alla stabilizzazione dei paesaggi e degli ecosistemi infragiliti dai processi storici riducendo le minacce di incontrollabile perturbazione recate dalle forme più aggressive del vivere contemporaneo. Il progetto vuole così dimostrare come la tutela dell’eccezionale patrimonio culturale si saldi inevitabilmente con quella del suolo e delle risorse naturali costituendo un fattore di consolidamento dell’identità di una comunità.
L’opera proposta consiste in due teche tridimensionali rappresentanti gli undici Comuni della Comunità Montana del Grand Combin (Allein, Bionaz, Etroubles, Doues, Gignod, Ollomont, Oyace, Roisan, St. Oyen, St. Rhemy, Valpelline, più la diga di Place Moulin; per un totale di 12 immagini) raffigurati cartograficamente, come appunto una sorta di ri-mappatura, tramite scansioni satellitari contemporanee.
L’opera è costituita da due telai in ferro suddivisi ciascuno in 6
rettangoli⁄mappe (sei lato nord + sei lato sud), in ciascuno dei quali
vengono incastonate le 12 teche relative ai suddetti siti.
Le teche in oggetto sono formate da tre strati di vetro⁄cristallo, ognuno dei
quali contenenti una dimensione:
- Il primo strato è creato matericamente dalla lavorazione della terra (ogni comune rappresentato avrà la sua terra d’origine, dove il prelievo simboleggia il frammento di memoria); poi colorata tramite la tecnica dell’aerosol (a sensibilizzare sul problema del graffitismo così dilagante sugli arredi urbani): il lato nord ha colori più "freddi" (tonalità di verde, blu, viola), il lato sud ha colori più "caldi" (tonalità di rosso, arancio, giallo).
- Il secondo strato riguarda l’immagine satellitare⁄cartografica elaborata al computer (a testimonianza dell’attuale era digitale) e stampata su fotolito, sorta di lastra frattale. Il terzo ed ultimo strato, simboleggiante l’osservare e il conservare, è il sigillo della teca come oggetto della memoria.
- La scelta del vetro⁄cristallo simboleggia luce e spiritualità per la sua trasparenza, la quotidianeità per la sua vasta gamma d’uso, la permeabilità tra pieno⁄vuoto, la soluzione di continuità tra interno ed esterno. Nel contesto ecologico, il vetro è la materia base per la minimizzazione degli impatti ambientali; è sorta di involucro, contenitore dello spazio.
Il processo artigianale di costruzione è voluto per rafforzare la cultura del fare, della manualità, dell’individualità contrapposta alla massificazione, e per non perdere le radici di antichi rituali. La combinazione fra artificiale e naturale esprime la totalità dell'uomo nell'unione ideale di arcaico e moderno, sintesi di intelletto e sensitività. La teca è una sorta di plastico astratto, un lavoro in scala tempo/spazio; la scala presuppone il passaggio da un luogo all’altro, sia reale che mentale, crea distanze intercambiabili, serve a far prendere coscienza delle diverse realtà percettive. Teca come contenitore di tempo, di archeo memorie da conservare/curare nel loro punto’continuo di trasformazione, come perpetramento della vita.
Cenni biografici
Oreste Ferrando e lavora a Châtillon (AO).
Dopo gli esordi in poesia (fra le pubblicazioni, da ricordare la raccolta di
haiku "Il sentiero di Basho", ed. Ibiskos 1994) e in poesia visiva,
Ferrando continua il suo percorso con le scritture istintive, sorta di narrazione
fiume con parole in libera associazione. Il crescente interesse per l’immagine
e la maturazione che l’essenza della poesia è l’evocare
un silenzio (interiore) lo allontanano progressivamente dalla parola. La ricerca
si è poi concentrata sulla carta, come rappresentazione della poesia
e suo riassunto, come fatto privato, dimensione dell’intimo, come
sinonimo di silenzio, appunto, una pausa dove le cose si sospendono dilatandosi
sino a recuperare la loro origine.
Nasce coś una forma d’arte che lui stesso definisce ’poesiaditerra’
perché ’il territorio può essere letto alla stregua di
una pagina o di un manoscritto, la cui grafia rivela molte informazioni sul
nostro mondo’. In questo ciclo di lavori il processo di creazione
dell’opera segue varie fasi: l’ambient-azione di carta⁄poesia
nell’ambiente naturale (rocce, terra, legno...) o nell’insediamento
umano; lo scatto fotografico dell’ambient-azione e il prelievo del
materiale naturale; l’elaborazione al computer dell’immagine
primigenia; la ricostruzione in teca di un nuovo paesaggio (successivi piani
di vetro contenenti ciascuno una ’dimensione’ (la materia, la
carta, le immagini). Con il sigillo di un telaio in ferro, l’autore procede
nel complesso elaborato di sedimentazione del paesaggio, conservandolo nella
teca che diviene quadro⁄scultura e costruzione. In ’poesiaditerra’
l’artista elabora delle opere cariche di forza interiore, che congiungono,
in un unico linguaggio, la poesia e la materia.
Numerose le mostre personali e collettive dal 1993, nonché la pubblicazione
di alcuni libri d’artista (da ricordare quelli delle edizioni
PULCINOELEFANTE a cura di
Alberto Casiraghi e "dieci haiku e cinque acqueforti"
del Laboratorio Arte Grafica di
Modena.
Per una biografia più ampia si consulti la scheda sul sito dell’Associazione Culturale Parrellarte.
(Testo estratto dalla documentazione di progetto).
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